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Goran Trbuljak | Riflessioni sull’autorialità e sul sistema dell’arte (con un pizzico di ironia)

La mostra dedicata a Goran Trbuljak è stata uno degli eventi più importanti dell’art week bolognese svoltasi tra gennaio e febbraio in concomitanza con Arte Fiera. Nelle sale della graziosa Villa delle Rose è stato possibile osservare, dal 25 gennaio al 24 marzo 2019, il lavoro dell’irriverente artista di casa a Zagabria, in una retrospettiva a cura di Lorenzo Balbi e Andrea Bellini.

Goran Trbuljak. Before and After Retrospective ha raccontato le dinamiche del lavoro dell’artista croato, attivo dalla fine degli anni ‘60 nell’ambito dell’arte concettuale e della New Art Practice[1], con un’esposizione arrivata direttamente dal Centre d’Art Contemporain Genève, promossa da Istituzione Bologna Musei e MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.

La caratteristica di Trbuljak è stata, fin dall’inizio della sua carriera, una ricerca attiva di nuove forme d’espressione e di mezzi alternativi di produzione dell’opera d’arte: un continuo mettere in discussione il sistema, capovolgendo le regole di mercato, invadendo lo spazio pubblico e utilizzandolo come campo d’azione non permeato dalle rigide regole museali. Le opere che sono state esposte nei candidi locali di Villa delle Rose appartengono agli ultimi cinquant’anni di attività di Trbuljak: un corpus di dipinti, fotografie e libri, insieme ai documenti delle azioni performative attuate in anonimato dall’artista nei luoghi più inconsueti.

© Fabio Ezio Solinas

Goran Trbuljak (Varaždin, Croazia, 1948) è ironico, si prende gioco dei meccanismi del mondo dell’arte e scherza sulla sua stessa produzione. Nel 1972 coinvolge i passanti in un Referendum: l’obiettivo è quello di capire se le persone lo considerino o meno un artista e il metodo utilizzato è studiato per ottenere un risultato che possa essere il più democratico possibile. La performance viene documentata tramite alcuni scatti in bianco e nero che lo immortalano mentre sostiene la scatola di cartone adibita ad urna nella quale i passanti inseriscono i propri voti.

L’artista croato sfodera il suo senso dell’umorismo ogni qualvolta se ne presenti l’occasione e gioca con il senso delle cose, innescando nuove riflessioni e proponendo medium e linguaggi sempre diversi.

Lavora spesso nel totale anonimato, confondendo i propri interventi mediante azioni collettive o agendo in modo da non essere visto; in un’intervista rilasciata ad Artribune afferma: «Da giovane non sapevo cosa fosse arte o se io stesso fossi un artista. Con l’anonimato, in realtà, mi sono protetto da ogni tipo di critica e valutazione. (…) Anni fa pensavo che Internet per i giovani fosse quello che la strada era stata per me negli Anni Settanta. Se vuoi mostrare alle persone la tua attività, non hai bisogno di spazi istituzionali e non dovresti preoccuparti di alcuna responsabilità. Puoi semplicemente buttare le tue cose nel computer e spedirle (o condividerle)».

Alcuni scatti da Goran Trbuljak. Before and After Retrospective:

[1] La New Art Practice identifica una generazione di artisti attivi nell’area della ex Jugoslavia tra gli anni '60 e '70. La loro caratteristica è stata proprio l’aver spostato la pratica artistica in spazi esterni, pubblici, lontani dai tradizionali canoni propri del sistema dell’arte.

 

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