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Fatima Ronquillo | I lover’s eye come quadro nel quadro


Fatima Ronquillo è un’artista filippina, nata a Pampanga nel 1976. Emigrata insieme alla sua famiglia nel 1987, si stabilisce in Texas e si avvicina alla pittura da autodidatta, fondendo le tecniche antiche e le ispirazioni dei grandi maestri del passato per dar vita alle sue visioni contemporanee. La sua è una carriera che inizia molto presto: a soli quindici anni inizia ad esporre le sue opere e ad affermarsi nel panorama internazionale, divenendo protagonista di numerose mostre personali e di altrettante mostre collettive. Oggi l’artista vive e lavora a Santa Fe, in New Mexico; i suoi lavori sono stati pubblicati da riviste come Art and American Art Collector, Arts Quarterly, Vogue e Marie Claire.

Un particolare, nei dipinti della Ronquillo, ritorna sovente: stiamo parlando dei lover’s eye, curiosi monili che rientrano nella categoria dei gioielli sentimentali e che furono in uso soprattutto nell’Ottocento. In attesa di poter ammirare le sue prossime opere, condividiamo con voi un pensiero critico del 2017, estratto dal saggio Di splendente bellezza. Storie di corpi e intrecci di sogni, interamente incentrato sul gioiello e sui suoi molteplici significati all’interno delle arti visive che, in un piccolo passo, spiega cosa sono i lover’s eye e si concentra proprio su questa peculiarità riscontrata nelle opere dell’artista.

Durante il XIX secolo i lover’s eye “avevano per lo più forma ovale e potevano essere spille, anelli e pendenti, tutti con il medesimo soggetto: l’occhio della persona amata. Per persona amata si intendeva un familiare, molto più raramente un amico e molto spesso la persona di cui si era innamorati. Un unico occhio, inquadrato da una distanza molto ravvicinata e, al pari dei ritratti [in miniatura, ndr], incorniciato con lamine di metallo, perle o gemme. Anche questi particolari oggetti rientrano nei gioielli sentimentali e, in particolare, nella categoria dei gioielli da lutto, poiché erano spesso ricordo di persone amate non più in vita le quali potevano essere riconosciute solo da pochi cari vista la piccola porzione anatomica raffigurata nel tentativo di inquadrare la finestra sull’anima.

La presenza dell’occhio è sempre e comunque un elemento quasi inquietante e, come direbbe Freud, perturbante. Si verifica una de-strutturazione del corpo, uno smembramento, una castrazione che si avvicina alle forme dell’ex-voto; tagliare l’occhio della persona amata e portarlo con se assume contorni macabri e rievoca una paura primordiale dell’uomo: il pericolo di diventare cieco, di non poter più vegliare sul mondo. L’occhio diviene oggetto di molteplici significati: è l’occhio di chi si ama ma allo stesso tempo anche un simbolo apotropaico per scongiurare questa paura, inglobando uno o più occhi in aggiunta a quelli reali, ornando il corpo con ciò che non teme il tempo ed è capace di vedere passato, presente e futuro”.


lovers eye

Lover’s eye in forma di spilla (fronte e retro), 1840 ca., acquerello su avorio – © Metropolitan Museum of Art

 

“Nella contemporaneità più stringente questo gioiello, un po’ amuleto e un po’ pegno d’amore e segno per la memoria, compare (…) come quadro nel quadro. A dipingere questi occhi è, appunto, Fatima Ronquillo, la quale dichiara di esserne affascinata e di ispirarsi alla ritrattistica ufficiale del passato per le sue opere. L’artista, cresciuta nelle Filippine, si sente in collegamento con i pittori coloniali, soprattutto quelli dell’America latina e del Nord America: i suoi dipinti sono storie raccontate attraverso simboli e metafore; l’essere umano viene immortalato in tutta la sua vulnerabilità, in tutta la sua bellezza, gioia e tristezza.

Uno dei suoi soggetti preferiti – oltre gli occhi degli innamorati che sono una costante dei suoi quadri – sono i fanciulli, poiché ella ne ammira l’innocenza, la beatitudine di chi ancora troppo giovane non ha conosciuto il grande dolore che incombe sull’umanità: l’accostamento dei fanciullini al lover’s eye è un vero e proprio ossimoro della rappresentazione. Influenzata e affascinata in principio da pittori come Diego Rivera e Jose Clemente Orozco e dai loro maestosi murales, decise successivamente di voler seguire l’esempio di Frida Kahlo e di dipingere tele di piccole dimensioni, ma cariche di pathos e di tutti quei sentimenti che accomunano l’umanità intera.


 

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Così uno dei temi preponderanti è l’amore: un amore che non dura per sempre e sfocia nel disincanto, nella nostalgia, nella sofferenza. Amore che si vive distanti, che lacera il cuore perché non tornerà. Gli occhi della Ronquillo sono ovunque: al collo degli effigiati, nelle loro mani, indossati da animali in memoria del proprio padrone, a simboleggiare che il lutto è qualcosa che accomuna tutti gli esseri viventi di questo mondo. L’artista è completamente rapita dal fascino dei lover’s eye, tanto che afferma:

“The surreal aspect of an isolated lover’s eye attract me tremendously – the idea of physical dismemberment which is symbolic of a removal or estrangement of a loved one, not unlike the reliquares of saints in old devotional images. It reminds me of the mexican “milagros” – little charms of different body parts used to aid in praying for the healing of broken arms or hearts, or even eyes. Compositionally speaking, the framed ornamental eye gives context and a reason for a floating third or fourth eye in a painting. It is a device of conceit: a portrait within a portrait. Love tokens such as a cupid’s arrow, the billet doux or the lover’s eye are symbolic of the figure represented and the absent figure – the object/source of affection/heartbreak”.

Questi piccoli occhi incorniciati da ciondoli e anelli amplificano la visione dal quadro verso l’osservatore, il quale si ritrova a contemplare mani occhiute, animali agghindati da occhi umani, ritratti da cui si viene scrutati dall’effigiato e dai suoi occhi accessori, che sono comunque gli occhi di un’altra persona, viva o morta che essa sia.


 

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I lover’s eye contengono occhi malinconici, velati di tristezza; talvolta la Ronquillo è capace di mettere in difficoltà l’osservatore annullando il confine tra gioiello e corpo dell’effigiato”.

 

Per ulteriori informazioni visita il sito dell’artista, attiva anche su Instagram come @fatimaronquillostudio.

Puoi scaricare Di Splendente bellezza. Storie di corpi e intrecci di sogni cliccando qui.

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