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Belin | Post neocubismo: scomporre i corpi mantenendo altissimi livelli di realismo


Cosa accade se realismo portato all’estremo e frammentazione dei corpi si incontrano in un’unica rappresentazione? Il risultato è sorprendente e il merito è di Miguel Ángel Belinchón (in arte Belin, 1979), artista spagnolo padre di uno stile molto particolare, che lui stesso definisce Post Neocubismo.

Miguel Ángel Belinchón è un virtuoso dello spray, attivo da molti anni sulla scena urbana internazionale. Meglio conosciuto come Belin, lo street artist originario di Linares realizza murales di grandi dimensioni in giro per il mondo, mixando il naturalismo estremo ad elementi giocosi e fantastici – in gran parte derivati dalla caricatura e dalla cultura pop-fumettistica – e a campiture piatte e coloratissime, facendo di questo suo stile una vera e propria firma immediatamente riconoscibile, ogni volta declinata rispetto alla propria maturità artistica.

L’artista spagnolo vanta più di vent’anni di carriera e un amore incondizionato per le arti visive che lo hanno spinto, nel corso del tempo, a sperimentare anche nuove tecniche e supporti alternativi. Da qualche tempo si dedica alla pittura ad olio e alla realizzazione delle opere in stile Post Neocubista e OneLine, avvicinandosi sempre più al lavoro in laboratorio e ad uno sperimentalismo più riflessivo, raccolto, indagatore; ad ogni modo non ha mai smesso di dedicarsi ai suoi enormi murales, che continua a realizzare in giro per il mondo.


 

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La sua passione per le bombolette ha inizio nei primi anni ’90: ancora ragazzino, Belin incomincia a ricoprire i muri della sua città natale e da vero writer realizza i primi graffiti; col tempo, grazie ad una costante applicazione, affina la tecnica e diventa sempre più bravo nel padroneggiare l’uso della vernice spray.

È possibile ammirare i suoi murales in tutto il mondo: dall’Italia agli Stati Uniti, dal Messico fino ad Israele le sue creazioni invadono le città e ne diventano parte integrante. L’artista ha esposto in numerose mostre collettive e altrettante personali; essendo un creativo a tutto tondo, Belin si occupa anche di lavori su commissione per grandi marchi, come ad esempio Volkswagen, Nespresso ed altre realtà commerciali.

Belin si cimenta nella pittura murale senza l’utilizzo di disegni preparatori o proiezioni; traccia a mano libera i suoi personaggi – anche se questi devono occupare la facciata di un palazzo a più piani – servendosi solo del suo occhio e della sicurezza acquisita nel corso degli anni. La sua tecnica ha raggiunto livelli di perfezione incredibili e questo gli consente di curare minuziosamente le rappresentazioni, arrivando in alcuni casi a rendere evidente perfino la grana dell’epidermide degli individui effigiati. Colli allungati e teste sproporzionate rispetto al resto del corpo, contribuiscono alla riuscita caricaturale di molti suoi murales (soprattutto tra quelli di vecchia data) che assumono, in una visione d’insieme, un aspetto a metà tra reale e fantastico.


 

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Questa grande passione per l’inconsueto e per l’anticonvenzionale conduce lo stile dell’artista ad una evoluzione costante, fino a farlo approdare al Post Neocubismo. Questo termine, da lui coniato, identifica uno stile molto particolare – il quale ha ricevuto gli onori della critica e numerosi apprezzamenti dal mondo dell’arte – che prevede la concomitante applicazione di pittura iperrealista ed elementi e strutture formali di derivazione cubista.


 

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Ispirandosi a Picasso, Belin riprende il principio della simultaneità cubista ma mantiene inalterata la vastissima gamma di colori che è solito adoperare e che utilizza in più modalità differenti: per le linee di frammentazione delle strutture corporee, per le zone a campitura piena e per la resa dell’incarnato e dell’apparato fisionomico degli effigiati. Nelle opere di matrice Post Neocubista questo alternarsi di volumi, di linee e di campiture piatte diventa una costante immediatamente riconoscibile: non serve cercare la firma per comprendere che ci troviamo di fronte ad un’opera di Belin!


Ph. credits: Immagine di copertina © Belin

Per ulteriori informazioni visita il sito dell’artista, attivo anche su Instagram come @belin_official.

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