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Chi è (e cosa fa) l’art consultant? | Intervista a Vera Canevazzi


Di cosa si occupa un art consultant? E quali sono le caratteristiche che lo differenziano da un art advisor? Vera Canevazzi – esperta d’arte e autrice di Professione Art Consultant – ci aiuta a fare un po’ di chiarezza e ci accompagna alla scoperta di A.R Exhibition, A.R Gallery e A.R Advisory, tre innovativi servizi che sfruttano le potenzialità della realtà aumentata per offrire nuove modalità di fruizione delle opere, supporto nella progettazione degli allestimenti e consulenze immersive.


vera canevazzi art consultant

Vera Canevazzi | Photo Life&Co

 

Vera Canevazzi è un’esperta d’arte, docente, art consultant e art advisor indipendente. Formatasi in Storia dell’Arte tra Milano e Firenze, nel corso della sua carriera ha collaborato con musei, istituzioni e gallerie d’arte, fino a ricoprire – dal 2012 al 2017 – il ruolo di direttrice della Cortesi Gallery di Lugano. A partire dallo stesso anno, ha iniziato ad occuparsi di consulenze artistiche per enti pubblici, collezionisti e numerose altre realtà, sviluppando progetti capaci di «creare un dialogo tra il mondo dell’arte e quello dell’architettura e del design».

In questa intervista ci racconta di più sulla sua professione, sui suoi nuovi progetti e sulle evoluzioni del mercato dell’arte, svelando qualche curiosità sulle novità prossimamente in arrivo per la sua A.R Gallery.


Ciao Vera, benvenuta nel salotto di ZirArtmag e grazie per aver accettato di scambiare quattro chiacchiere con noi. In qualità di esperta d’arte ti occupi di art consulting e di art advisory: ci spiegheresti, in breve, quali sono le differenze?

Ciao, grazie per avermi invitato, mi fa molto piacere fare questa chiacchierata!

L’art advisor e l’art consultant forniscono entrambi consulenza specialistica nell’ambito del mercato dell’arte, motivo per cui sono spesso confusi. Vi sono tuttavia delle differenze sostanziali tra i due profili, sia nella formazione che nelle competenze specifiche. L’art advisor ha come attività principale quella di segnalare ai propri clienti opere da acquistare, avendo come finalità quella di garantire un investimento economico. Anche l’art consultant svolge questo tipo di consulenza, ma con un differente approccio. Nel selezionare un’opera presta sì attenzione all’investimento, ma non si fa guidare da questo unico criterio selettivo: considera la passione del collezionista, la qualità degli artisti e dei loro lavori, anche prescindendo dai risultati d’asta o dalle mode del momento.

Inoltre, rispetto all’art advisor, l’art consultant fornisce una consulenza a 360°, sfruttando oltre alle proprie competenze anche una diversificata rete di collaborazioni con società e liberi professionisti, nell’ambito legale, amministrativo, logistico, progettuale, gestionale o del marketing. Egli si pone come un referente unico per i propri clienti, per tutte le diverse sfere di competenza e necessità. Insomma, è molto difficile sintetizzarlo in poche righe, non a caso ho scelto di scriverne un libro…


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Vera Canevazzi, Professione Art Consultant, 2020, FrancoAngeli editore

 

Sei autrice di Professione Art Consultant, un libro agile e di facile lettura, perfetto per chi desidera avvicinarsi a questo mondo. Qual è stato il percorso che ti ha portata all’art consulting e com’è nata l’idea di scrivere questo piccolo (ma ricchissimo) manuale?

Ho scritto il libro in un momento di passaggio, dopo aver concluso la collaborazione come direttrice della Cortesi Gallery e aver optato per la libera professione: ho sentito l’esigenza di fare il punto delle competenze che avevo acquisito nel precedente decennio, tra lo studio, la ricerca e il lavoro in gallerie e istituzioni culturali. L’occasione mi è stata fornita dalla casa editrice FrancoAngeli, che si è interessata al mio lavoro innovativo, perché univa diverse competenze in un unico profilo professionale. Il lavoro dell’art consultant, infatti, sebbene sia consolidato da qualche decennio nel mondo anglosassone, è piuttosto recente in Italia.


Vera Canevazzi, Professione Art Consultant, 2020, FrancoAngeli editore

 

Il tuo è un lavoro davvero articolato. Quali tipologie di consulenze ti vengono richieste più spesso?

Si, il mio lavoro è davvero articolato e vario e per questo stimolante. I miei clienti sono artisti, collezionisti, gallerie, fondazioni, società, musei, studi d’architettura, studi legali, università, case editrici. Potrete quindi immaginare quanto possano essere diverse le competenze richieste.

Pensando al 2020 le attività principali hanno riguardato la consulenza per l’acquisto o la vendita di opere, la valutazione economica di collezioni, perizie asseverate e giurate (sono consulente tecnico per il Tribunale di Milano), la consulenza strategica nell’ambito del marketing o l’insegnamento presso l’Accademia SantaGiulia di Brescia. Vi sono poi le collaborazioni con gli studi d’architettura, che includono interventi collegati all’interior design, fino all’allestimento di percorsi museali. L’anno 2021, che è partito con il lancio dei nuovi servizi collegati alla realtà aumentata, ha in serbo altre importanti novità…

 

Nell’ultimo anno mostre, fiere ed eventi cancellati in presenza sono stati spesso sostituiti da esperienze virtuali permettendo a musei, gallerie e istituzioni di non interrompere completamente le proprie attività. In che modo il digitale e le nuove tecnologie hanno sostenuto (e forse anche trasformato) il mercato dell’arte?

Le accelerazioni che sono avvenute nell’ambito del digitale e delle nuove tecnologie sono state fondamentali per supportare il mercato dell’arte in un momento di grande difficoltà. Certo, la crisi si è manifestata anche in questo settore, con un calo complessivo del 22% del fatturato: il valore più basso registrato dopo il 2009. Tuttavia, l’implementazione delle piattaforme di e-commerce, la revisione delle strategie di vendita e di marketing e l’utilizzo delle nuove tecnologie hanno permesso a molte gallerie di evitare danni ancora più marcati. Tra i vari dati economici riportati dall’Global Art Market Report 2021 (a cura di Art Basel e UBS) scopriamo per esempio che nel 2020 le gallerie hanno raddoppiato le vendite online, raggiungendo un fatturato complessivo di $12.4 miliardi. Inoltre, uno degli strumenti più utilizzati dai collezionisti per comprare opere d’arte online è stato Instagram (circa 34%).


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Vera Canevazzi che indossa i visori HoloLens 2, screenshot dal video “Art Consulting goes digital”, video di Francesco Clerici, 2021

 

Lo scorso gennaio hai presentato due nuovi servizi di consulenza in realtà aumentata: la loro principale particolarità è che le opere non si visualizzano in un ambiente virtuale, bensì in qualsiasi luogo scelto dall’utente che usufruisce del servizio, mediante tablet o smartphone. Quali sono i punti di forza di Augmented Reality Advisory e Augmented Reality Exhibition per un museo o per un privato?

Quando un’opera è allestita in uno spazio fisico essa entra a far parte di un intricato sistema relazionale: con le altre opere, con gli spettatori e con il contesto spaziale in cui si trova. Con la chiusura dei musei, delle gallerie e delle fiere d’arte queste connessioni sempre nuove e diverse si sono bruscamente interrotte. Abbiamo pensato di utilizzare la realtà aumentata proprio per colmare questa lacuna, permettendo ai privati di poter vedere e immaginare le opere d’arte direttamente in casa propria o negli spazi di lavoro.

L’abbiamo declinata in due modalità: la prima può essere utilizzata autonomamente dagli utenti, che tramite cellulare o tablet possono visualizzare le opere in 3d direttamente nei propri spazi, scaricandole dal mio sito o da quello dei miei clienti (A.R. Gallery e A.R. Exhibition). La seconda, che va ad arricchire l’attività di consulenza artistica per l’acquisto di nuove opere o per il riallestimento delle proprie collezioni, si basa sull’utilizzo degli occhiali HoloLens 2 (A.R. Advisory).

Entrambi questi servizi possono essere adattati alle necessità degli artisti, delle gallerie o dei musei e mirano a mantenere vivo il rapporto con i loro visitatori o collezionisti.


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Opera di Riccardo Ten Colombo visualizzata tramite la Augmented Reality Gallery di Vera Canevazzi Art Consulting, screenshot dal video “Art Consulting goes digital”, video di Francesco Clerici

 

Ho notato che quasi tutte le opere della prima mostra realizzata nella tua Augmented Reality Gallery – Cromoblock, di Riccardo Ten Colombo – sono state vendute. Sembra che la risposta a queste nuove modalità di fruizione siano state positive! Quali sono le tue prime impressioni?

Si, il riscontro è stato molto positivo, al di sopra delle aspettative, non solo per le vendite ma per l’interessamento che si è generato da parte della stampa e del pubblico. Riccardo Ten Colombo, inoltre è stato l’artista perfetto con cui partire perché i suoi stessi lavori sono interattivi e possono essere modificati dagli acquirenti e ripristinati nel disegno originale in quanto composti da elementi metallici su supporto magnetico. Come scrive Ilaria Bignotti, curatrice della mostra Cromoblock, “una potenza plastica ed una energia dinamica, unite a una notevole politezza formale, rendono questi lavori magnetici anche per lo sguardo che viene attratto all’interno del campo generatore di forme”.

Tenetevi ora pronti per il prossimo appuntamento: il 27 maggio inaugureremo la seconda mostra in realtà aumentata, questa volta dedicata a un artista figurativo toscano molto originale e innovativo. Il progetto sarà curato da Caterina Frulloni.


vera canevazzi art consultant

Riccardo Ten Colombo, NGC6302-1, 2021, 118 moduli triangolari in metallo dipinto su pannello magnetico, 80 x 63 cm, esemplare unico


Scopri di più visitando il sito di Vera Canevazzi | Art Consulting

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